Diventa socio di una startup e paga il 30% di tasse in meno.

Dall’1 gennaio 2017 chi investe in startup può usufruire degli incentivi Irpef e Ires.

Meno tasse per chi investe in startup, quali sono i benefici?

La nuova legge di bilancio, prevede che con l’investimento in startup innovative i soggetti Irpef e Ires possano beneficiare di una detrazione/deduzione del 30% annua, indipendentemente dalla tipologia di startup innovativa beneficiaria dell’investimento.

In pratica il nuovo socio persona fisica o impresa che entra nel capitale di una startup, può “scontare” dalle proprie tasse un terzo della somma versata nell’aumento di capitale. Ovviamente, per i redditi 2017, quindi non nella prossima dichiarazione dei redditi ma in quella del 2018.

Come ottenere le agevolazioni fiscali

Per poter beneficiare delle agevolazioni, il socio/investitore dovrà chiedere alla startup copia di una serie di documenti e certificazioni che questi dovrà produrre in sede di redazione del modello Unico, ossia:

  • Certificazione che attesti il rispetto dei limiti massimi per i conferimenti relativamente al periodo di imposta in cui è stato fatto l’investimento;
  • Piano di investimento della startup, contenente le informazioni dettagliate sull’oggetto della propria attività, sui prodotti e sull’andamento (attuale o previsto) delle vendite e dei profitti.

Si possono acquistare anche le loro perdite?

La legge stabilisce, la possibilità per le società quotate che possiedono almeno il 20% e non più del 50% delle quote di una startup, di acquistare le perdite della stessa utilizzandole in diminuzione del reddito complessivo dei periodi d’imposta successivi entro il limite del reddito imponibile e per l’intero importo. Le perdite di riferimento sono quelle formatesi nei primi 3 anni di esercizio della startup, quindi gran parte del ciclo di vita.

Ovviamente, dovranno sussistere alcune condizioni:

  • le azioni della società cessionaria o della società che controlla direttamente o indirettamente la società cessionaria, devono essere negoziate in un mercato regolamentato o in un sistema multilaterale di negoziazione di uno degli Stati membri dell’Unione europea e degli Stati aderenti all’Accordo sullo Spazio economico europeo con il quale l’Italia abbia stipulato un accordo che assicuri un effettivo scambio di informazioni;
  • il rapporto di partecipazione deve prevedere una percentuale del diritto di voto esercitabile nell’assemblea ordinaria e di partecipazione agli utili non inferiore al 20%;
  • la società cedente non deve svolgere in via prevalente attività immobiliare;
  • la cessione deve riguardare l’intero ammontare delle perdite fiscali;
  • la società cedente e la società cessionaria devono avere un esercizio sociale coincidente;
  • il requisito partecipativo del 20% deve sussistere al termine del periodo d’imposta relativamente al quale avviene la cessione delle perdite fiscali;
  • la cessione deve essere perfezionata entro il termine di presentazione della dichiarazione dei redditi.

Identikit dei business angels in Italia

Chi sono gli investitori in startup e in che termini quest’ultime sono beneficiate? Secondo le ultime ricerche, il business angel italiano è un imprenditore con un passato da manager, un’età che varia tra 30 e 50 anni, laureato, con un patrimonio inferiore ai 2 milioni di euro, di cui circa il 10% investito o disponibile a essere investito in startup.

Nel momento di valutare il progetto imprenditoriale, i principali criteri presi in considerazione sono la crescita potenziale del mercato di riferimento (33%), le qualità del team di manager (22%) e le caratteristiche del prodotto/servizio (16%). Si nota anche una maggior considerazione alla strategia d’uscita rispetto agli anni precedenti (9%). E per le startup non è solo una questione di soldi. Non più. Il 57% degli intervistati, inoltre, aveva affermato di essere molto coinvolto nella startup investita, soprattutto in termini competenze strategiche e contatti.